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martedì 27 agosto 2019

L'ORSO LANOSO e la TIGRE DA GIARDINO

Nome scientifico ARCTIA CAJA, si tratta di un lepidottero appartenente alla famiglia Erebidae, diffuso in America Settentrionale ed Eurasia (tra cui anche alcune regioni d'Italia).

Nello stadio larvale il bruco, in inglese simpaticamente chiamato Wolly Bear (Orso Lanoso), presenta una folta peluria che va via via infoltendosi ed aumentando di lunghezza col progredire delle varie mute che ogni singolo individuo attraverso durante il proprio ciclo vitale. 
A differenza di  altre specie di lepidotteri, come la processionaria, la peluria non è urticante, io stesso ho maneggiato molti bruchi a mani nude senza risentirne in alcun modo, va però detto che la sensibilità può ossere soggettiva e quindi in linea generale se ne sconsiglia il contatto diretto con la pelle alla maggior parte delle persone. 
Più l'individuo si sviluppa e più è possibile notare la presenza di piccoli tubercoli biancastri che si delineano in successione ai lati della schiena.
La colorazione risalta immediatamente all'occhio in quanto parte da una base inferiore di un fulvo acceso, in alcuni punti tendente proprio al rosso/arancione, la parte superiore invece è nera e va via via schiarendosi lasciando la fine della peluria dorsale di un colore grigio/bianco.



Bruchi alla penultima muta


I bruchi dell'Arctia Caja si nutrono di una vasta gamma di piante tra cui le più note sono lattuga, tarassaco, ortica, trifoglio, cavolo e malva, l'alimentazione come per la maggior parte dei bruchi, è l'attivita principale se non unica dello stadio larvale ed in quanto tale occupa la quasi totalità delle 24 ore, anche se ho potuto osservare che questa specie non disedegna alcune pause tra un pasto e l'altro.
Ogni volta che il bruco, durante la sua vita larvale, raggiunge determinati livelli di crescita esegue una muta: in questo procedimento l'esemplare rallenta la sua attività fino ad immobilizzarsi dopo di che, in un tempo variabile di una o più ore, con un po' di fortuna si può notare la parte frontale dell'individuo squarciarsi ed aprirsi per lasciare uscire lentamente il nuovo individuo, più grande e ogni volta più completo.


Vecchia "pelle" dopo la muta

 
Bruco dopo l'ultima muta

Arrivato tramite un numero variabile di mute alla giusta dimensione (intorno ai 3cm circa, dato  relativo) il bruco nella maggior parte dei casi cerca un luogo nascosto tra il fogliame o in alto su qualche ramo ed una volta trovato inizia a tessere intorno a se stesso una simil bozzolo setoso che crea una comoda camera di isolamento da eventuali intereferenze esterne (per quanto si tratti più di una barriera di filamenti piuttosto che un vero e fitto bozzolo).



Bruco intento a costruire bozzolo

 
Fatto ciò, nel giro di due o tre giorni si compirà l'ultima muta, stavolta però dalla "pelle" del bruco uscirà una crisalide inizialmente molle e di color giallo brillante che col passare delle ore diverrà sempre più coriacea di color bruno scuro.



Crisalide all'interno del bozzolo



Macro varie crisalidi

Trascorse circa due settimane, la crisalide inizierà a contorcersi e creparsi lasciando uscire una maestosa falena che zampetterà il prima possibile in un punto in alto per lasciar defluire il proprio sangue nelle ali e poter così dispiegarle completamente.
Nello stadio finale l'Arctia Caja è una stupenda falena caratterizzata da un paio di ali superiori di color marrone scuro con molteplici venature bianche, molto probabilmente per una questione di mimetizzazione col fusto di alberi e arbusti, un paio di ali inferiori arancioni chiare con macchie circolari nero/bluastre questa volta atte a spaventare eventuali predatori.
Inoltre è dotata di antenne bianche, una folta peluria castana intorno a collo con un sottile collare di peli rossi ed un corpo arancione vivo con delle striature orizzontali nere, da cui il nome inglese Garden Tiger (Tigre da giardino).


Falena in dispiegamento alare


Falena completa

Le falene vivono in media una settimana e non si nutrono ma dedicano questo breve lasso di tempo alla ricerca di un partner, una volta incontrato e terminato l'accoppiamento le femmine depongono decine, a volte centinaia di uova salvo poi spirare definitivamente.


Macro uova


Deposizione massiccia di uova

Le uova sono di forma sferica e diametro circa 1mm, presentano una colorazione verde opaca e vanno progressivamente scurendosi nell'arco di una settimana, trascorsa la quale l'involucro esterno di rompe e viene divorato mano a mano dalla nuova progenie di bruchi che ne uscirà pronti a ripetere tutto il ciclo all'infinito.



Schiusura delle uova
 
Considerazioni personali
Sono entrato in possesso di 10 bruchi di Arctia Caja circa ad inizio Luglio, gli esemplari erano già oltre la metà della loro vita larvale. 8 esemplari hanno portato a termine l'intero ciclo vitale divenendo falene, un esemplare è morto nella fase larvale per cause sconosciute ed uno invece non ha portato a compimento la trasformazione da crisalide. Degli 8 esemplari prima citati solamente uno si è rivelato essere una femmina e da quanto ho potuto osservare era di dimensioni circa una una volta e mezzo le altre falene, motivo per cui sono fortemente spinto a considerare la dimensioni come unico tratto di dimorfismo sessuale percepibile ad occhio nudo. 
In questa settimana la femmina ha deposto ad occhio e croce circa 300 uova, ad oggi siamo a fine agosto le uova si sono schiuse e ora nella farfalliera in cui ospito gli esemplari sono invaso da bruchi lunghi appena 2mm.
Questa specie di lepidottero è molto affascinante e molto facile da allevare, ho notato che nella dieta gradisce maggiormente il tarassacco e tutte le piante con struttura delle foglie affine ad esso.
Come anche molti insetti, questo lepidottero aumenta il suo metabolismo di pari passo con le temperature ambientali ma nonostante ciò può essere tenuto all'aperto anche in inverno senza temerne la morte, semplicemente si avrà un enorme rallentamento nel suo ritmo vitale per poi riprendere normalmente in primavera ed accellerare al massimo in estate.