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Utricularia

Le Utricularie sono piante carnivore che devono il loro nome al metodo di cattura, in questo caso non siamo in presenza di ascidi bensì di "utricoli" ovvero delle sacche sottovuoto che una volta sfiorate generano una depressione quasi istantanea che risucchia la preda per poi digerirla con calma.
Le tre classi di suddivisione sono:
  • Terrestri, piante striscianti con utricoli sottorranei, foglie estremamente piccole spesso scambiate per muschio;
  • Epifite, piante quasi rampicanti molto simili alle orchidee come tipologia di fiore e coltivazione;
  • Acquatiche, logicamente vivono completamente in acqua e sono di tipo temperato.
Il genere di cui parleremo di seguito, essendo in mio possesso è principalmente quello acquatico con un piccolo riferimento a quello terrestre.

Le Utricularie acquatiche temperate, come suggerito dal nome, provengono da climi simili al nostro quindi attraversano una interessantissima fas edi riposo vegetativo che illustreremo sotto.
Vivono in negli stagni e paludi in cui l’acqua risulta ferma e priva di inquinamento.
 


Riposo Vegetativo
Con l'arrivo della stagione fredda, l'utricularia acquatica temperata produce il corrispettivo acquatico dell'ibernacolo, che viene detto "Turione". Verranno prodotti tanti turioni quanti sono i suoi apici di crescita. Con la ripresa vegetativa in primavera inoltrata, ogni turione si aprirà lentamente ricreando il filamento di pianta originale.


Risveglio Turione Utricularia Australis
             1. Turione a riposo                                       2. Dopo 10 gg. dal risveglio                          3. Dopo 15 gg. dal risveglio                                                                  4. Dopo 30 gg. dal risveglio



Fioritura
Tra meno di un mese (Luglio-Agosto) potrò finalmente immortalare la splendida fioritura di questa pianta: dal pelo dell'acqua sorgeranno vari steli alti anche 50cm con all'estremità un fiore a corolla giallo acceso e grande circa 2 cm.
Ovviamente l'altezza dello stelo come si può ben immaginare serve a non far annegare gl insetti impollinatori nell'acqua circostante.




Coltivazione
Va tenuta fuori tutto l'anno e chiaramente essendo acquatica necessita un ambiente che ricrei un minimo delle sue condizioni naturali, qui entra in gioco il "Paludario".
Semplificando ai minimi termini, basterà dotarsi di una vaschetta di plastica trasparente dai 10 ai 20 Lt., adagiare sul fondo 2 cm circa di torba, ricoprire con 3-4cm di ghiaino di quarzo (sempre reperebile in ogni negozio di acquari) e riempire di acqua distillata fino ad 1 cm dall'orlo.
Per rendere più ottimale questo mini ecostistema è consigliato aggiungere un paio di piante palustri e/o acquatiche quali: Juncus e Spathiphyllum che depurano e con la parte emersa ombreggiano la superficie; Ceratophyllum pianta sommersa per ossigenare l'acqua; piante galleggianti come la Lemna sempre allo scopo di depurare ed ombreggiare.
Questi accorgimenti servono in quanto la posizione soleggiata può creare rapidamente tantissime alghe nella vasca, inoltre non essendoci un ricircolo, ne tanto meno un filtro bio/meccanico (come negli acquari), sarà propedeutico alla depurazione dell'acqua ed altrettanto alla salute della nostra carnivora.
 
 
Paludario casalingo per Utricularia Australis
 
 
Considerazioni personali
Il fatto che sia un acquatica non la rende meno resistente di una dionaea o di una sarracenia, anzi il suo ritmo di crescita nella fase vegetativa è sorprendentemente veloce (come si evince anche dalla rapidità della trasformazione del turione sopra documentata), tanto che nel giro di un mese e mezzo mi ha costretto a rifare il paludario anzichè di 10lt da quasi 25lt.
In inverno, una volta che i turioni saranno completi e caduti sul fondo è consigliato rimuoverli e posizionarli su di una vaschetta separata per evitare che ospiti naturali indesiderati possano intaccarli e/o divorarli (ad es. lumachine e/o altre larve acquatiche).



Forse lo avrete già dedotto dalle foto, in ogni caso preciso che attualmente coltivo solo Utricularia Australis, qui sotto metto una foto del prima e dopo collocamento in paludario, temporalmente parliamo di un paio di mesi di differenza ed anche se non si nota la pitana ha raggiunto oltre 1mt di lunghezza.



Utricularia Australis in vaschetta di fortuna



Utricularia Australis in Paludario



BREVE NOTA UTRICULARIA TERRESTRE
Capita spesso, come nel mio caso, che queste minuscole e striscianti piante carnivore arrivino "involontariamente" nei vostri vasi senza che nemmeno ve ne accorgiate.
In primis perchè basta qualche frammento di dimensioni microscopiche, in secondo luogo perchè se avete in superficie del muschio o dello sfagno è altamente probabile che le notiate solo al momento della fioritura che, anche in questo caso, facendo emergere solitamente dei sottilissimi steli alti circa 5-10cm si potrebbe tranquillamente scambiare con i peduncoli contenenti le spore del muschio.
La differenza sarà più marcata quando avranno colonizzato l'intero vaso (indifferente quanto grande sia) ed avrete la fortuna di capitare nel momento di schiusa dei fiori, grandi qualche millimetro e di colore che varia solitamente tra il bianco il giallo ed il violaceo.
In ogni caso questo tipo di pianta risulta essere ai limiti dell'infestante, a volte l'unico modo per separarne la coltivazione è rinvasare le piante più grandi avendo molta cura ed attenzione nel ripulire le radici da eventuali zolle di terra rimanenti.

Come si nota dalle foto sotto, nel vaso dove tengo le dionaea, da qualche giorno sono spuntati degli steli di Utricularia Subulata, nella macro si intravede la forma delle minuscole foglie di forma allungata di questa pianta.



Steli floreali di Utricularia Subulata



Foglie di Utricularia Subulata

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