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lunedì 8 luglio 2019

3,5 LEGHE SOTTO IL MARE

Benvenuti nella sezione "Acquariofila"!

Tra i miei primi ricordi di bambino ci sono una buona dose di ore passate a fissare un acquario in salotto, la cosa non poteva che riproporsi, vista la stravaganza delle mie passioni, in maniera esponenziale una volta diventato adulto. Nella mia esperienza decennale con gli acquari si sono susseguite varie vasche a partire da 20Lt, passando per 30Lt, 50Lt fino a 75Lt passando da caridinai, biotopi asiatici, batterie di allevamento ecc ecc.
Ad oggi, vista la coesistenza di più animali/piante a cui il sottoscritto quotidianamente deve far fronte, la situazione si è ridimensionata dando vita al progetto di un mini-acquario.

Nello specifico, dato che la parola mini è un po' riduttiva in tutti i sensi, parliamo di "Nano Acquario": per dovere di cronaca, nel mio caso sarà una sottobranca ovvero un "Pico Acquario", la differenza sostanziale tra i due è la dimensione ovvero pico 10-20Lt. e nano 25-40Lt.

Le dimensioni del mio acquario sono 15x18x13cm rispettiamente HxLxP, dalle quali possiamo con un semplice calcolo ricavarne la capienza effettiva: basta moltiplicare le tre dimensioni in cm ovvero 15x18x13=3510 dopo di che dividiamo per 1000 e otterremo quindi 3,5 Lt.
Mai come in questo caso bisogna mettere i punti sulle i riguardo alla capienza effettiva rispetto a quella reale: tutto ciò che va inserito in vasca come fondo, piante, ornamenti, andrà chiaramente a togliere spazio e quindi il litraggio reale sarà minore, ovviamente più grande è la vasca meno questa cosa inciderà, nel mio caso possiamo stimare che il litraggio reale si aggiri sui 2,5Lt.

SETUP
  1. Fondo: generalmente si possono effettuare due scelte ovvero substrato fertile ricoperto da sabbia/ghiaino o solo sabbia/ghiaino. La differenza principale è che con la presenza del fondo fertile possiamo inserire in vasca una moltitudine di piante dotate di apparato radicante che quindi, affondando le radici in esso, potranno crescere rigogliose ed in quantità, mentre in assenza del fondo fertile si potranno inserire esclusivamente piante epifite (che vivono ancorandosi generalmente ad altre piante/tronchi/sassi) o piante finte (per i meno fantasiosi/laboriosi).
    Date le piccole dimensioni della vasca e la quasi totale assenza di piante classiche ma così minute da poterci stare dentro ho chiaramente optato per un fondo composto esclusivamente da ghiaino, nello specifico di colore nero, per poter esaltare alla vista tutti gli altri colori.
  2. Piante: ricollegandomi a quanto appena detto per il fondo, le piante che ho utilizzato sono una Anubias Barteri Var. Bonsai (epifita, la più piccola di tutta la famiglia anubias) legata con filo/bava da pesca ad un sasso, muschio di Giava (o Java Moss, variante acquatica del comune muschio, in grado di creare bellissimi cespugli) anche questo legato ad un sasso, Riccia Fluitans (genericamente galleggiante ma può essere "modellata" ancordanola ovunque) in tre prozioni ognuna sempre ancorata ad un piccolo sasso per ciascuna ed infine ho creato un tetto ombreggiante su tutta la superficie con la galleggiante Lemna Minor (o lenticchia d'acqua, per chi abita in Veneto/Emilia è quel tappeto verde che si forma sui fossati da Marzo a Ottobre).
  3. Illuminazione: si decide con un rapporto misurato in watt/litro ed è importantissima in ogni acquario in quanto permette la fotosintesi alle piante. Ogni pianta inoltre necessita di un'adeguata illuminazione che può essere scarsa luce fino alle più esigenti che richiedono 2watt/litro. Nel mio caso i muschi e le epifite non amano molto la luce (sopratutto la anubias che predilige le zone ombrose) ed avendo un faretto a led di 10watt (quindi un rapporto di quasi 5watt/litro) ho dovuto montarlo a circa 30cm di altezza dalla superficie della vasca e ricoprire qest'ultima di piante galleggianti. N.B. in acquario, con luce artificiale, non rischiamo di incenerire le piante bensì nel giro di un paio di giorni si può avere un esplosione batterica di alghe infestanti se la luce è troppa. Con i miei accorgimenti riesco ad impostare il timer del fotoperiodo ad 11 ore giornaliere senza problemi.
  4. Filtro: il cuore dell'acquario, può essere meccanico o biologico, nel primo caso sarà composto solo da una pompetta di ricircolo ed un eventuale porzione di spugna per limitare lo sporco in ingresso alla pompa, nel caso di biologico invece (preferito dalla maggior parte delle persone me compreso) abbiamo una pompa di ricircolo che fa filtrare l'acqua attraverso uno scomparto riempito di materiale poroso (solitamente cannolicchi) nel quale si instaurerà naturalmente una colonia batterica che "purificherà" il nostro acquario (vedi sotto NO2 e NO3 spiegazione più tecnica).
    Io per esigenze di spazio utilizzo un filtro esterno, nella fattispecie del tipo "a zainetto" o "appeso". (marca Amtra mod. Niagara 190) 
  5. Temperatura: parliamo di un acquario dolce tropicale pertanto è d'obbligo che in vasca la temperatura sia min. 24°C e max. 29°C cosa che in primavera/estate avviene normalmente mentre in autunno/inverno viene mantenuta da un riscaldatore appositamente inserito (mini anche quello nel mio caso, marca Newa mod. Newattino10)
  6. Chimica: questa è una componente importante in quanto i tempi dei pesci rossi in acqua di rubinetto sono finiti e a farla da padrona ora per il corretto sviluppo e mantenimento di un acquario sono i seguenti valori:
    • PH è il grado di acidità dell'acqua;
    • KH è la durezza carbonatica dell'acqua, ha anche funzione di stabilizzazione del PH;
    • GH è la durezza totale dell’acqua, cioè la concentrazione dei sali di Calcio e Magnesio;
    • NO2 sono i nitriti, potremmo definirli come il primo step dell'inquinamento in vasca;
    • NO3 sono i nitrati, secondo step e risultato della trasformazione dei nitriti da parte dei batteri del filtro biologico dell'acquario. 
    • I miei valori attuali sono PH=7 KH=6 GH=6 NO2=0 NO3=0

ADDIZIONALI: ho provveduto ad inserire anche una piastra di plexiglass opportunamente forata e sagomata in quanto essendo una vasca aperta mi è capitato già due volte che un pesce sia saltato fuori.
Inoltre viste le alte temperature estive (in stanza 28.5°C) ho approntato un impianto di raffreddamento fai da te costituito da un braccio a L di legno con montata sopra una ventola da computer che da sola è in grado di rinfrescare la superficie dell'acqua fino a far scendere la vasca a 25°C.


In riferimento al paragrafo della chimica ho omesso volutamente ciò che concerne la fertilizzazione: vi sono innumerevoli modi per fertilizzare le piante di un acquario, personalmente ho constatato che il rischio di scombussolare totalmente il buon andamento della vasca usando fertilizzanti è mediamente alto perciò rimango dell'idea che la cosa migliore sia l'utilizzo di CO2.
Utilizzare l'anidride carbonica ha principalmente due vantaggi ovvero implementare il sistema nutrizionale delle piante, quindi marginalmente accellerarne la crescita, e ci permette di agire in maniera significativa inviseme al KH sulla regolazione del PH. Si possono utilizzare impianti "professionali" realizzati con bombole di CO2 pura ed una serie di ergoatori/rubinetti oppure molto più semplice ed economico (il mio caso) un impianto di CO2 "artigianale".
Questo tipo di impianto si realizza in maniera molto semplice ed economica utilizzando una bottiglia di plastica per bevande gasate (hanno una plastica più adatta), una flebo da farmacia (per aspirare la CO2 dalla bottiglia e regolarne il flusso tramite l'apposita rotellina), una pietrina porosa, zucchero, lievito,colla di pesce ed acqua.
La preparazione varia in base alla capienza della bottiglia, io uso quelle piccole da 0,33Lt (quelle da distributore per capirci), faccio bollire 50gr di acqua disciogliendo all'interno 100gr di zucchero ed un foglio di colla di pesce/gelatina per dolci. Verso il tutto nella bottiglietta e lascio raffreddare in frigo/freezer fino a che non si solidifca poi sciolgo 3gr di lievito (circa 1/6 di un panetto) in mezzo bicchiere di acqua tiepida (non calda altrimenti il lievito che è un fungo potrebbe morire), verso la soluzione ottenuta nella bottiglietta e chiudo col tappo a cui è infilata la flebo tenendo serrato il deflussore a rotellina per circa 1 ora in modo che vada in pressione.
Passato questo lasso di tempo il lievito avrò iniziato a nutrirsi della geltina zuccherata riproducendosi sempre più e creando come scarto della sua digestione...rullo di tamburi...esatto la CO2, che poi tramite la pietrina porosa posta in vasca verrà inserita sottoforma di minuscole bollicine per meglio disciogliersi.
P.S. io per scelta puramente estetica ho provveduto a ricavare da un tubo di pringles, opportunamente ritagliato e colorato di nero, un cilindro che nascondesse la vista della bottiglietta e fosse più in armonia con il resto dell'arredamento.



Fauna
I componenti del mio pico acqurio sono una coppia M/F di Guppy Snake Skin e 5 esemplari di caridine Red Cherry Sakura

Sotto posto un po' di foto riguardanti vasca, setup, fauna, CO2 ecc:


Acquario vista frontale, con sistema di raffreddamentoa ventola



Piante: muschio Giava (alto sx), Anubias Barteri Var. Bonsai (alto dx), Riccia Fluitans (linea frontale basso)


Acquario vista laterale (nel filtro si possono vedere spugna e cannolicchi)


Acquario vista da sopra, tappeto di Lemna Minor


Guppy Snake Skin Maschio (sopra) Femmina (sotto)



Caridine Red Cherrry Sakura


Impianto CO2 artigianale + copri bottiglia


Aggiornamento 23/07/19 - Le prime Nascite!!

"La natura trova sempre un modo"...nella notte la femmina di guppy ha partorito circa 10 avanotti pimpanti ed in salute, nonostante le piccole dimensioni della vasca ci sono molti posti tra le piante dove nascondersi e le stesse piante galleggianti, tramite i prolungamenti delle loro radici aeree, forniscono protezione. Purtroppo però le stesse ridotte dimensioni dell'ambiente hanno portato ad una convivenza troppo ardua la femmina ed il maschio e quest'ultimo ha dovuto subire degli scontri fisici continui fino allo stremo totale, condizione che ne ha determinato ahimè la morte (il corpo deve essere stato divorato in poche ore dalle caridine dato che non ve ne è più traccia e che le stesse sono degli spazzini ultra-professionali).
Nella foto seguente sono riuscito ad immortalare una nuvoletta di avanotti in superficie.


Avannotti Guppy

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